COMUNITÀ EDUCATIVA PER MINORI - CARTA DEI SERVIZI

La missione

La Fondazione Istituto di Studio e Lavoro non ha fini di lucro e persegue finalità e obiettivi di utilità sociale.
Proseguendo lo spirito e le indicazioni della missione originaria, fornisce assistenza ai giovani minorenni in stato di disagio psicosociale.
Nella realizzazione della propria missione, la Fondazione impegna le risorse umane ed economiche di cui dispone, nella gestione di una Comunità autorizzata per ambo i sessi, operando attraverso i seguenti servizi:
• Pronto intervento
• Accoglienza residenziale
Inoltre si impegna in tutte le attività e i progetti che, coerenti con lo spirito della propria missione, valorizzino il funzionamento della Comunità e promuovano l'utilizzo sociale degli spazi di cui dispone l'Istituto.


I destinatari

Le richieste di intervento e le domande di aiuto a cui rispondiamo sono rivolte a situazioni di disagio psicosociale e comportamenti devianti di preadolescenti, adolescenti e giovani adulti che possono essere così elencate:
  • ragazzi che si trovano in situazioni a rischio, sottoposti a procedimenti civili e/o in affido ai Servizi Sociali.
  • minori provenienti da fenomeni di immigrazione.
  • minori provenienti dall'ambito della giustizia penale sottoposti alle misure di collocamento in comunità (art. 22 D.P.R. 448/88) e/o di sospensione del processo e messa alla prova (art. 28 D.P.R. 448/88).


Obiettivi educativi generali

Una Comunità che accoglie adolescenti deve saper offrire delle opportunità educative tramite le quali il minore possa sperimentarsi ogni giorno in relazioni e attività costruttive.
In questo senso, è necessario che i suoi ragazzi siano continuamente stimolati a una maggiore responsabilizzazione esistenziale e sociale attraverso i seguenti obiettivi generali:
  • la ricerca del proprio progetto di vita integrato alle difficoltà e alle responsabilità del compito;
  • il confronto con le realtà della scuola, del mondo del lavoro, delle attività sportive, dell'affettività e delle relazioni sociali;
  • la conquista dell' autonomia nell'espressione delle proprie originali potenzialità.
Questi obiettivi hanno come riferimento educativo generale una Comunità intesa non come luogo di pura assistenza bensì come esperienza partecipativa in tutto ciò che riguarda la sua articolazione quotidiana.
Compito pragmatico della sua equipe è saper tradurre tali obiettivi tenendo conto delle esigenze soggettive e dei personali percorsi di crescita degli ospiti.
Per verificare che la propria organizzazione educativa sia funzionale agli obiettivi, l'equipe si pone costantemente la domanda su ciò che sta offrendo come setting interno (spazio riflessivo e simbolico) e setting esterno (organizzazione della vita quotidiana). La Comunità infatti deve poter essere vissuta dai suoi ospiti secondo i seguenti paradigmi generali di simbolizzazione:

Casa Sicura

Evidenzia un contesto comunitario in cui le eventuali azioni offensive e prevaricatrici vengono contenute dagli educatori; l'attenzione alle dinamiche di gruppo è prioritaria e determinante per le scelte educative dell'equipe e per le eventuali ammissioni e dimissioni. La Casa Sicura garantisce il regolare svolgimento della routine quotidiana e si pone come luogo adeguato per riflettere e aprirsi al confronto.

Quotidianità istruttiva

È centrato sul ruolo pedagogico svolto dalla Comunità nel preparare i ragazzi alla vita futura. Questo modello pone l'accento sulla dimensione organizzativa come funzionalità della vita quotidiana dedicata ai compiti domestici e come capacità di reperire esperienze esterne adeguate alla crescita sociale di ognuno.

Spazio di comprensione

Questa rappresentazione contiene il ruolo della Comunità nel favorire processi di rielaborazione dei vissuti connessi alla propria storia personale e alle dinamiche interne. È una dimensione che va di pari passo al contenimento e all'organizzazione della vita quotidiana.


Caratteristiche della struttura

Attività e servizi garantiti:
  • Accudimento tutelare diurno e notturno;
  • sostegno educativo all'inserimento scolastico e formativo in genere;
  • sostegno educativo all'inserimento lavorativo;
  • sostegno psicologico;
  • organizzazione del tempo libero.
La Comunità garantisce i propri servizi tutto l'anno, 24 ore su 24,ed è autorizzata a ospitare fino a 10 minori più 2 posti di pronta accoglienza.
L'edificio sede dell'Istituto di Studio e Lavoro è stato completamente ristrutturato e rinnovato periodicamente nell'arco di tempo dal 2000 al 2008. Si sviluppa su tre piani ed è situato in una zona particolarmente panoramica della città di Chiavari, posta nelle vicinanze dell'uscita autostradale.
Poco distante dal centro, è facilmente raggiungibile, sia a piedi dalla stazione ferroviaria sia con il bus di linea urbana.
La sede è circondata da un ampio giardino e da un grande piazzale funzionale per varie attività ludico sportive.
Lo stile d'arredo è volutamente semplice per essere facilmente personalizzato dagli ospiti.
L'impiantistica è certificata a norma di legge. Uno studio professionale abilitato ha l’incarico di seguire gli adempimenti di legge per la sicurezza degli ospiti e del personale della Fondazione.

La Comunità Educativa per Minori è gestita dalla Fondazione con proprio personale dipendente e usufruisce principalmente del primo piano dell’edifico sede della Fondazione, dove si trovano gli alloggi degli ospiti, sette stanze (ottimamente esposte) a due letti e con servizi igienici privati; vi sono poi la cucina, la dispensa, una sala refettorio, una sala studio, una biblioteca, una sala per la tv, un locale per il personale, la lavanderia, la stireria/guardaroba.

Al piano terra, con ampio cortile interno, in parte adibito a orto/giardino, sono ubicati gli ambienti comuni della sala giochi e del laboratorio di falegnameria, e gli uffici di segreteria e presidenza e altre sale che la Fondazione usa per perseguire la propria missione o concede temporaneamente ad altre Associazioni.

Al secondo piano sono disponibili sei alloggi privati per ragazzi di età 18-21 anni, e due alloggi di pronto intervento di ospitalità per famiglie madre/bambino in difficoltà


Metodologia

La relazione educativa
La relazione all'interno del contesto comunitario non è "cosa" semplice e scontata né è data una volta per tutte. Va costruita, modulata, aggiustata e verificata giorno per giorno; bisogna essere adulti significativi in grado di aiutare i ragazzi -per un tratto di strada più o meno breve- a costruire e a progettare al meglio la loro vita, sintonizzandola sui loro bisogni, sulle loro potenzialità e sui loro desideri.
La funzionalità della relazione viene fortemente connessa alla capacità empatica di comprensione, di sostegno e di rassicurazione, senza dimenticare che tale capacità si regge costantemente su quella contenitiva dell'educatore come referente autorevole.
Stabilita la relazione, il minore può abbandonare gradualmente i suoi timori e le sue difese per coinvolgersi in un percorso di appropriamento di nuove competenze cognitive ed emotive e sperimentarsi così in agiti inediti.
Le dinamiche relazionali, il loro approfondimento e adeguamento, sono oggetto di verifica nell'incontro settimanale dell'equipe educativa e negli incontri di supervisione con psicologi esterni.

La relazione di gruppo

La vita in Comunità è vita in gruppo e in adolescenza è un contesto privilegiato per attivare e favorire processi di cambiamento. L'attenzione per la dimensione del gruppo e per le sue dinamiche è fortemente presente in tutte le fasi del lavoro educativo.
In questo senso, parte delle attività di gruppo strutturate e non, proposte dalla Comunità, sono finalizzate a permettere esperienze quotidiane di convivenza secondo una socialità costruttiva e positiva. Le riunioni periodiche con il gruppo dei ragazzi hanno come obiettivo fondamentale la discussione e la riflessione su tali esperienze.

L'educatore di riferimento

La figura dell'educatore di riferimento ha una particolare importanza: ha il compito di seguire individualmente il minore nelle sue dinamiche evolutive, fornendogli una presenza stabile a cui rivolgersi per esprimere i propri vissuti personali e le proprie sofferenze.
Oltre ad affiancarlo e sostenerlo nello svolgimento del proprio progetto, l'educatore si impegna con puntuale attenzione nella cura della persona in tutti i suoi aspetti, avendo sempre presente che la relazione educativa non è solo accudimento ma soprattutto capacità di favorire passaggi mentali e competenze socio-emozionali.
L'educatore di riferimento rappresenta la centralità di una relazione significativa -affidabile, coerente e professionalmente consapevole- come condizione indispensabile per modificare i modelli relazionali interiorizzati nelle esperienze passate.

Il progetto educativo personalizzato (P.E.P.)

La fase della costruzione del P.E.P. è caratterizzata dalla "negoziazione": il minore, gli educatori, gli operatori dei Servizi Competenti, esprimono le loro prospettive, stabiliscono gli obiettivi, individuano le difficoltà e le criticità dei percorsi possibili, costruendo il Progetto Educativo e descrivendo le modalità per realizzarlo. Tale Progetto è periodicamente aggiornato, verificato e rinegoziato in modo da rappresentare un costante punto di riferimento e non un semplice assolvimento burocratico.
Fasi di realizzazione:
1) Analisi della domanda attraverso la raccolta di notizie ed eventi significativi della vita del minore.
2) Elaborazione del P.E.P. Identificati i bisogni educativi che richiedono di essere soddisfatti, si definiscono:
  • gli interventi da attuare e le esperienze costruttive da attivare
  • le fasi, le prospettive e i tempi per la realizzazione degli obiettivi proposti.
  • L'individuazione degli obiettivi tiene presente i seguenti punti:
  • rielaborazione del vissuto personale
  • cura globale della propria persona
  • relazioni con coetanei ed adulti
  • relazioni parentali
  • responsabilizzazione nei confronti del quotidiano comunitario
  • organizzazione razionale degli impegni e del tempo libero
  • gestione del denaro
  • conseguimento di un eventuale titolo di studio o corso professionale
  • inserimento lavorativo o tirocinio formativo.
3) Verifica in itinere. È fondamentale affinché il P.E.P. rappresenti un riferimento vivo e stimolante, un continuo richiamo ad un lavoro educativo con obiettivi e modalità chiare, condivise e approfondite, che eviti lo scadere dell'inserimento in un tempo vuoto, scandito dalla routine dell'accudimento senza un vero "pensiero" professionale.


Rapporti con i Servizi Sociali

Ammissioni: le richieste di ammissione in Comunità sono valutate e concordate fra gli operatori dei Servizi Competenti che hanno in carico il minore e il Coordinatore Educativo in accordo con l'equipe.
Ai Servizi Sociali è richiesta una relazione aggiornata sul caso, la scheda sanitaria, l'eventuale valutazione psicologica e il Progetto Quadro che esplica la motivazione di inserimento in Comunità.
L'Equipe verifica la compatibilità del minore al Progetto generale della Comunità e col gruppo dei pari presente al momento.
Dal punto di vista amministrativo, l'inserimento è subordinato alla sottoscrizione dell' impegnativa di spesa da parte dell'Ente Pubblico.

Dimissioni: sono valutate e concordate con i Servizi Sociali Territoriali e il Coordinatore Educativo in accordo con l'equipe, quando l'obiettivo del P.E.P. è stato raggiunto o quando la presenza del minore provoca un grave pregiudizio al minore stesso e/o agli altri ospiti.
L'equipe educativa e lo psicologo prestano particolare attenzione all'accompagnamento alle dimissioni e alla fase di restituzione del percorso fatto in Comunità; in questo senso, se sussistono le condizioni, si mantengono i contatti con i ragazzi dimessi.


Regole di vita comunitaria

Le norme e le relative sanzioni descrivono le necessità organizzative inderogabili di una comunità educativa. Necessità inderogabili significa che una comunità non è più tale se queste norme di vita comunitaria non sono rispettate.
Ogni ragazzo ha una storia diversa e tempi diversi di maturazione, per questo, la comunità cerca di essere una rete di contenimento sufficientemente flessibile e disponibile pur di non compromettere il buon esito del progetto da lui percorso e condiviso.
Questa flessibilità ha però dei limiti precisi e non trasgredibili, necessari per coniugare un saper accogliere personalizzato con il mantenimento di un ambiente sicuro ed educativo.

Il saper declinare il concetto di limite in tutti i suoi aspetti è fondamentale; in particolare la capacità di comunicarne le ragioni, individualizzarlo dove possibile e applicarlo coerentemente nelle parti non negoziabili.
Al suo ingresso, per stabilire con chiarezza le regole della Comunità e responsabilizzarlo, al minore viene letto e spiegato il Contratto Pedagogico Comunitario che è tenuto a firmare e di cui se ne riportano alcune norme generali:
  1. Ogni ospite consegnerà al Responsabile Educativo, all'ingresso in comunità: denaro, eventuali apparecchi elettronici, farmaci e quant'altro non inerente alla necessità e alla cura della persona. Di tutti i generi consegnati verrà compilato un elenco. Gli oggetti verranno poi riconsegnati al minore in relazione al suo percorso educativo deciso dall'equipe della comunità
  2. Non è permesso l’accesso alla comunità ad estranei, fatta eccezione per i familiari autorizzati; gli operatori socio-educativi-sanitari territorialmente coinvolti; le forze di polizia; gli addetti alla manutenzione dell'immobile, alle utenze e alle forniture; le altre persone autorizzate dal Responsabile Educativo.
  3. Ogni minore è tenuto ad un comportamento adeguato al contesto, nell'atteggiamento, nell'abbigliamento, nella postura e nel lessico.
  4. Sono previste, durante l'orario coperto dagli educatori: attività didattiche e di sostegno scolastico, attività occupazionali, attività ricreativo/sportive interne ed esterne alla Comunità, sia di gruppo che relative al progetto educativo individuale e tutte le attività di sostegno alla gestione della quotidianità che saranno necessarie.
  5. Stare bene in Comunità significa rispettare le persone e gli altri minori, aiutare nel momento del bisogno, crescere e maturare nel proprio percorso educativo collaborando con gli adulti preposti a tale compito.
  6. Gli impegni scolastici e lavorativi hanno la priorità su qualunque altra attività e rappresentano un punto di riferimento pedagogico essenziale per organizzare le regole comunitarie

Attività strutturate

Sono finalizzate all'acquisizione di determinate abilità, a finalità ricreative e a proposte culturali.
Si svolgono prevalentemente in gruppo, strutturate secondo un calendario prestabilito e in luoghi idonei al loro svolgimento.

Progetto cineforum

Il cinema offre un approccio semplice e immediato per confrontarsi su argomenti rilevanti o legati alla quotidianità sui quali difficilmente si riflette, sia nel gruppo dei pari, sia nella società.
Inoltre, grazie alla sinergia dei linguaggi (parlato, visivo e musicale) ha una forte presa emozionale che consente il coinvolgimento e l'identificazione; può quindi suscitare interesse e interrogativi.
L'approccio proiettivo tramite l'identificazione con i vari personaggi o la distanza da essi, permette di esprimere la propria soggettività stimolando l'attenzione e il desiderio di instaurare un dibattito partecipato e vivo.
Di fronte a un film, infatti, ogni persona si pone con un proprio bagaglio di conoscenze, emozioni, aspettative e valori che provengono dalle proprie esperienze individuali e dalla propria cultura.
Le proiezioni avvengono mensilmente e sono seguite da un dibattito.

Progetto cucina


Cucinare è un'attività che, oltre ad aumentare il livello d'autonomia, racchiude molteplici esperienze: coinvolge tutti i canali sensoriali (tatto, olfatto, gusto, vista e udito), attiva vari aspetti cognitivi l (programmazione, scelta, dosaggio, scansione di una sequenza, rievocazione di una procedura, memorizzazione, attenzione, ecc.), aspetti socio-affettivi (collaborazione, partecipazione attenta ad un processo interattivo, motivazione, ecc.) e percettivo-motori (tagliare, sminuzzare, impastare, ecc.).
Gli ospiti coinvolti nel Laboratorio di Cucina hanno, quindi, la possibilità di sperimentare la creazione di un prodotto concreto e gratificante, attraverso un processo complesso che coinvolge la globalità della persona.
La cucina, interna alla comunità, è gestita dagli educatori che organizzano i menù in considerazione delle esigenze e dei gusti indicati dagli ospiti secondo le linee dietetiche segnalate da una nutrizionista.
Le attività connesse alla preparazione dei pasti, svolte dagli educatori con il supporto a turnazione dei ragazzi, rappresentano anche un importante momento partecipativo alla quotidianità comunitaria.



Laboratorio di falegnameria e restauro

L'attività di falegnameria mira a stimolare nell'ospite le capacità creative e a sviluppare e/o mantenere le capacità manuali fino-motorie. Il Progetto favorisce la conoscenza di sé, delle proprie attitudini e delle proprie modalità comunicative e relazionali; migliora l'autostima nel veder concretizzarsi un proprio lavoro; e stimola l'iniziativa personale e la capacità di lavorare sia in coppia che in gruppo.
Il laboratorio è un'attività interna alla Struttura pensata per quegli ospiti che per varie motivazioni non hanno accesso a impegni formativi di tipo scolastico o lavorativo.
Tale progetto permette di sperimentare le tecniche base di falegnameria e di ebanistica.
È fruibile dagli utenti (max 3 a progetto) solo in presenza dell'operatore. Il laboratorio applica tutte le norme di sicurezza di legge e i presidi necessari.
Le attività principali comprendono:
  • restauro di mobilio (arte povera e modernariato)
  • realizzazione di oggetti di falegnameria partendo e seguendo le indicazioni di progetti preesistenti.
Dopo un determinato numero di ore di partecipazione, viene rilasciato un attestato di frequenza.

Laboratorio di Orticultura e Giardinaggio


Il progetto mira ad arricchire le attività costruttive da svolgere negli spazi della comunità, in modo da personalizzare il più possibile, attraverso la varietà dell'offerta, le proposte formative che la caratterizzano.

Nel laboratorio " Il nostro orto" si articolano le seguenti proposte:
  • Scelta condivisa dei progetti
  • Organizzazione degli spazi esterni all'orto
  • Organizzazione degli spazi interni alla serra
  • Preparazione della zona da coltivare, semina, cura e raccolta dei prodotti
  • Attivazione delle vasche compost esterne alla serra
Obiettivi
Ogni laboratorio è uno strumento che ha come obiettivo principale la promozione di
esperienze pratiche con una chiara valenza. culturale e socializzante, Nello specifico, oltre all'acquisizione di competenze trasversali, "Il nostro orto" si propone vari obiettivi:

  • Sviluppare il rapporto con l'ambiente
  • Imparare a conoscere il territorio attraverso la coltivazione dci suoi prodotti
  • Acquisire competenze pratiche relative alla coltivazione
  • Fare esperienza concreta del concetto di "prendersi cura"
  • Mettere in relazione le esperienze di laboratorio con nozioni di educazione alimentare
  • Utilizzare  i laboratorio come strumento di una più ampia educazione ecologica,
Metodologia
Il progetto, dinamico c aperto, si adatta alla tipologia di utenza e alle specifiche capacità individuali. Il suo requisito fondamentale c il coinvolgimento dci ragazzi a partire dallafase di progettazione e il suo legame con il laboratorio di cucina.

Particolare attenzione è posta alla qualità sociale delle attività, con il relativo livello di partecipazione e di soddisfazione c alla qualità tecnica, , attraverso la varietà delle esperienze promosse c 1'uso degli strumenti specifici necessari.

… e non

La Comunità è luogo anche di attività non strutturate che costituiscono dei momenti informali di incontro e socializzazione finalizzati a favorire il clima relazionale e il senso di appartenenza.
La sala giochi con il pingpong e il calcetto, l'ampio cortile adibito a campetto da calcio a 5 e le peculiarità del territorio che favoriscono giornate al mare e gite in campagna, offrono un'ampia gamma di possibilità per tali attività.


Pronta Accoglienza (P.A.)

L'intervento di pronta accoglienza è un servizio che si attua in casi di particolare urgenza in favore di minori (n° 2 posti maschile e femminile).
La pronta accoglienza viene attivata sulla base di segnalazioni pervenute da parte di Forze dell'Ordine, Autorità Giudiziaria, Servizi Sociali Territoriali.
L'accettazione delle richieste è subordinata all'esistenza di una precedente convenzione o dalla sottoscrizione dell'impegnativa di spesa da parte dell'Ente occasionale inviante.

La P.A. si qualifica come un luogo che temporaneamente, in attesa di soluzioni più adeguate, garantisce alloggio, vitto, sicurezza e tutela.
Per questa tipologia d'intervento si individuano i seguenti contenuti specifici:
  • l'accoglienza integrale del minore e della sua cultura, specie se nomade o straniero;
  • l'osservazione nel breve periodo, attraverso cui si raccolgono dati ed informazioni utili per la conoscenza del singolo utente e la definizione del Progetto Quadro da parte del Servizio Competente.
Il periodo massimo di pronta accoglienza è di 15 gg, prorogabile se necessario ad altri 15, durante i quali il Servizio Sociale formula un Progetto idoneo.


Impegni

La Fondazione si impegna a:
  • ottimizzare la cura e la professionalità dell' osservazione per una sempre più attenta analisi delle dinamiche comportamentali degli utenti;
  • garantire che il percorso formativo degli operatori sia sempre più idoneo alle necessità degli ospiti; 
  • perfezionare i processi organizzativi in funzione della realizzazione e della verifica dei Progetti Educativi Personalizzati: 
  • estendere la stesura periodica dei verbali e delle relazioni a tutte le attività educative interne ed esterne, per rendere più facile la verifica e la condivisione del proprio lavoro; 
  • aggiornare e migliorare la struttura in tutti gli aspetti che riguardano la funzionalità abitativa e la sua personalizzazione.

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